Nata dai titani Iperione e Tea, sorella di Selene ed Elio, dea dell'aurora. Annunciava l'arrivo e la partenza del fratello sole, apparendo su un cocchio trainato da due cavalli alati; assumeva così i due epiteti di Emera all'alba, e di Espera al tramonto. Sposa di Astreo, diede vita ai Venti: Borea, Euro, Zefiro e Noto. Da questa unione nacquero anche le stelle, tra cui quella del mattino (Eosphòros). Invaghitasi poi del bellissimo principe troiano, Titone, lo rapì e ottenne per lui l'immortalità da Zeus. Dimenticò però di chiedere anche l'eterna giovinezza e così restò per sempre con lei, invecchiando inesorabilmente. Ebbe da costui un figlio, Memnone, ucciso da Achille durante il celebre conflitto; Eos inconsolabile, pianse eternamente questa perdita, e le sue lacrime si trasformarono in rugiada. Tra i suoi amanti vi furono anche Cefalo e Orione. Fu venerata presso i Romani sotto il nome di Aurora.
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