Era decise di generare Efesto, dio del fuoco e della metallurgia, senza ausilio maschile, dopo che Zeus ebbe creato Atena dalla propria testa; non fu un'impresa molto riuscita, poiché il piccolo nacque debole de deforme, causando l'imbarazzo della dea che lo cacciò dall'Olimpo. Anni dopo Efesto mise in atto la sua vendetta contro la madre, costruendo un trono dotato di una miriade di sottilissime corde che, non appena costei vi ci sedette, scattarono imprigionandola e facendola galleggiare nell'aria. Ares provò allora a convincerlo di liberare la dea, dietro minaccia, ma invano; intervenne Dioniso che, accompagnato dal suo seguito, lo fece ubriacare al punto che fu facile poi trasportarlo in Olimpo. In un barlume di lucidità Efesto pretese in cambio la mano di Afrodite che gli venne concessa. L'Iliade però ci offre un'altra versione riguardo l'invenzione della sua famosa trappola. Si narra infatti che, avvertito dal Sole, la concepì per intrappolare la moglie Afrodite che lo tradiva con Ares. Secondo un'altra storia ancora, Efesto divenne zoppo quando nel tentativo di liberare Era che, punita da Zeus per la sua tentata cospirazione, stava sospesa fra cielo e terra, incatenata e con pensanti incudini legate ai piedi. Sorpreso da dio fu spinto giù dall'Olimpo, procurandosi il famoso difetto. A suo grande ingegno dobbiamo la creazione di Pandora. Presso i Romani venne assimilato al dio Vulcano.
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