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Demostene{2}

Oratore e uomo politico greco (Atene 384 a.C.-Calauria 322 a.C.). Si narra che egli fosse balbuziente e che con durissima disciplina avesse vinto questo difetto e conquistato con un lungo studio tutti i segreti dell'arte oratoria. Intentò la prima causa a 18 anni, contro Afabo, il tutore che gli aveva dilapidato le ricchezze di famiglia. Si dedicò a studi storici e divenne logografo. Nel 355 a.C. incominciò la sua carriera di oratore politico, allorché la democrazia di Atene fu gravemente minacciata dalle mire imperialiste e unificatrici di Filippo II di Macedonia. Di questi fu irriducibile avversario e pronunciò contro di lui le tre orazioni dette «Filippiche» e le tre dette «Olintiache», quando Filippo minacciò la città di Olinto. Per questa sua nobile tenacia nel difendere gli ideali della libertà e della democrazia, nel 336 a.C. Ctesifonte propose al popolo di onorare Demostene offrendogli una corona d'oro, ma questa proposta diede occasione all'oratore Eschine, avversario di Demostene e fautore del partito macedone, di accusare Ctesifonte, del quale Demostene assunse la difesa pronunciando, nel 330 a.C., la celebre orazione «Per la corona», modello insuperato di oratoria giudiziaria e politica. Accusato di aver ricevuto danaro da Arpalo, tesoriere del Re di Persia, fu al centro del grosso scandalo messo in piedi dal partito macedone: subì un processo e fu condannato. Esule, vagò per la Grecia e l'Asia e tornò in patria soltanto dopo la morte di Alessandro Magno. Dopo la sconfitta di Crannone subita dai greci, Demostene fuggì; inseguito, per non cadere nelle mani dei nemici, preferì darsi la morte col veleno nel tempio di Poseidone a Calauria. Di lui ci sono pervenute 61 orazioni.



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