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Cibele

Altro appellativo di Rea, moglie di Crono. Il culto della Grande Madre, con cui era identificata, affondava le sue origini in Anatolia, presso cui era associata al fanciullo Attis, suo figlio e sposo, che veniva evirato e ucciso, per poi essere ricomposto e resuscitato a simbolo della ciclicità della natura. Fu la protettrice dell'agricoltura e della fertilità terrestre. Guadagnò una serie di appellativi a seconda del luogo in cui era venerata, fra cui citiamo: Pessinunzia, dalla città di Pessinunte, Idea, (monte Ida), Dindimea (monte Dindime), Berecinzia da Berecinto, tutte località della Frigia. Il suo culto si diffuse in tutta la penisola greca e a Roma (III a.C.). I suoi sacerdoti, detti Coribanti o Galli erano evirati in ricordo di Attis. Cibele fu dipinta come un'imponente matrona, seduta su un trono o su un cocchio, in compagnia di due leoni.



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