Dio della guerra, figlio di Zeus e Era. Per il suo carattere turbolento e litigioso divenne simbolo della violenza, piuttosto che dell'eroismo e del coraggio, tanto da essere inviso agli stessi dèi. Fu sconfitto in duello da Atena che lo mise a terra, unico fra gli olimpi a subire questo trattamento: Atena, anch'ella dea della guerra, ne rappresentava invece l'aspetto eroico ed intelligente. Suoi compagni furono Eris (la Discordia), e i due figli Deimos (terrore) e Phobos (Paura), avuti da Afrodite. Sempre da Afrodite ebbe altri figli: Eros, Anteros e Armonia. Durante la guerra di Troia si schierò contro i Greci senza un vero motivo, e per ciò il suo culto non trovò particolare seguito, tranne che nelle città di Sparta e Tebe. Tuttavia ad Atene gli fu consacrato l'Aeropago, il tribunale supremo. Gli furono sacri il cane e l'avvoltoio e gli si attribuirono la lancia e la torcia. I Romani lo assimilarono alla triade capitolina (Giove, Marte, Quirino), simbolo dell'attività bellica.
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