Figlio del re indovino Anfiarao, ne vendicò la morte uccidendo la madre Erifile. La donna infatti rivelò il nascondiglio del marito a Polinice che le promise uno splendido gioiello, obbligando l'uomo a partecipare alla guerra dei Sette contro Tebe, in cui non ebbe scampo. A causa del matricidio fu perseguitato dalle Erinni; avendo perduto il senno, errò per lungo tempo, finché non giunse da Tegeo, re dei Psofi, di cui sposò la figlia Alfesibea. Alla fanciulla donò il monile strappato dal collo materno, ma ciò non lo fece tornare in sé. Riprese a vagare e recuperato il senno si fermò presso Acheloo, ne sposò la figlia Calliroe ed ebbe due figli Acarnana e Anfotero. Con la scusa di voler offrire l'antico gioiello ad Apollo, ne pretese la restituzione dalla prima moglie. In realtà egli ne voleva far dono a Calliroe, cosa che venne alle orecchie dei fratelli di Alfesibea che lo uccisero prontamente. La vedova inconsolabile chiese a Zeus di far diventare adulti i figli perché potessero immediatamente vendicare il padre e così fu. Il suo mito presenta notevoli parallelismi con quello dei doni di Armonia, portatori di cattiva sorte.
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