Mitologia greca

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Esiodo

Poeta greco nato ad Ascra in Beozia (VIII sec. a.C.). Della sua esistenza è nota solo la contesa col fratello Perse per l'eredità paterna (movente individuale al successivo approfondimento del concetto universale di giustizia), e la vittoria riportata a Calcide di Eubea in una gara poetica. Con Esiodo il soggettivismo e lo spirito didascalico penetrano nella poesia greca. Gli antichi gli attribuirono, oltre la «Teogonia», «Le opere e i giorni» e le «Eoie», anche molte altre opere di carattere epico o didascalico che sono creazione della scuola esiodea (come «Lo Scudo» e le perdute: «Ornitomantia», «i Precetti di Chirone», «la Astronomia», «la Melampodia», «l'Egimio» e altre). Nella «Teogonia» possiamo scorgere un primo tentativo, che precede quello dei filosofi ionici, di imporre un ordine razionale alla molteplicità del divenire. A partire dagli elementi primordiali: la Terra, il Caos, l'Amore, attraverso una serie di rapporti genealogici, si viene a sancire il nuovo ordinamento del mondo, sotto la giusta signoria di Zeus, che segna la conciliazione tra le antiche divinità preelleniche, ancor vive fra i contadini della Beozia, e le più recenti divinità olimpiche: questa è la verità di cui Esiodo si proclama banditore. Tale norma di giustizia, che Esiodo svela nel mondo divino, si impone come unica salvaguardia del diritto, anche nella vita umana, mentre la violenza è la legge delle fiere selvagge. Per attuare questa norma, nelle «Opere e i giorni», la sua opera poeticamente più significativa, E. proclama una nuova virtù: quella tenace del lavoro campestre.



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