Misure di peso greche e ateniesi


Così come nei territori circostanti, anche il sistema di pesatura in Grecia nei tempi più antichi era basato sulla presenza dell’uomo e sulle sue necessità quotidiane. Una delle misure più usate allora era infatti il talento, che indicava la quantità di carico che un uomo poteva sopportare camminando. L’uso rimase nel vocabolario ad indicare, appunto, le doti personali di ciascuno. La denominazione di statere invece, ha origine dall'operazione di pesatura. Originariamente infatti il termine indicava il peso completo che doveva essere messo sui due piatti della bilancia perché fossero in equilibrio, ovvero il didramma (o statere).

Altrove l’unità principale era invece incentrata sugli animali, ovvero sul carico che questi riuscivano a spostare in un dato termine di tempo. L’obolo, che era la sesta parte di una manciata (drax, poi divenuto dracma o dramma), indicava lo spiedo che veniva usato per il sacrificio e la divisione rituale dei pezzi di carne. Ogni magistrato addetto alla pesa riceveva come paga uno spiedo, con il quale si recava sull’agorà per ricevere in cambio un pezzo di carne. Questo assunse le caratteristiche di unità di misura per il baratto quando venne sostituito da un peso prefissato in ferro che il popolo continuò a chiamare obolo (spiedo).

I termini e i paragoni variavano da una regione conosciuta all’altra. Il problema restava quello del riferimento a capacità soggettive che risultava quindi variabile a seconda del territorio e del popolo cui veniva applicato.

Due furono le regioni greche da cui derivarono differenti sistemi di peso: l’Eubea (isola posta a Nord-Est dell’Attica) e l’Egina (piccola isola situata a 50 km da Atene). Nell’epoca arcaica i sistemi di base che venivano principalmente usati erano l’eginetico (forse un adattamento delle misure ponderali fenicie), e l’euboico, che era stato ricavato dai pesi utilizzati in Mesopotamia. Per ambedue l’unità fondamentale era la dracma e i suoi multipli come la mina (100 dramme) e il talento (60 mine). Perciò gli studiosi hanno finito col pensare che le unità fondamentali fossero le medesime ma che le misure cambiassero quando si iniziava a frazionarle.

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Furono tre i diversi elenchi di questi sotto-valori che gli studiosi riuscirono a sistemizzare: attico, eginetico e corinzio. C’è da notare però che nei testi antichi non si è mai riusciti a trovare una distinzione specifica tra misure eginetiche e misure attiche, per cui la discussione è ancora in corso. Questo perché inizialmente i pesi erano usati come moneta negli scambi, e quindi il loro valore implicava unità di denaro fissate al peso del metallo stesso.

Questo legame tra peso – che era fatto di metallo - e moneta usata per le contrattazioni non sempre corrispondeva ad una misura precisa, poiché la valuta era soggetta a diversi cali o rialzi determinati da fattori propriamente economici, mentre i pesi, per loro natura, rimanevano stabili. Nella pratica quotidiana antica esistevano quindi due diversi sistemi, uno legato al commercio e l’altro indicativamente monetale. Ogni peso-moneta campione portava coniata apposita sigla referente ad un preciso valore, specialmente quando si iniziarono ad usare metalli più preziosi come l’oro. Le ricostruzioni sui valori sono state derivate soprattutto da citazioni letterarie, dal ritrovamento di pesi campione e dalle monete stesse.

Più tardi in epoca attica il talento arrivò ad essere rappresentato dal peso di un piede (puos) cubico d’acqua: venivano così più facilmente calcolati i pesi campione nelle città in cui il puos era in uso. I pesi acquisirono così forme diverse da quelle delle monete: potevano essere dischi bombati, ma anche piramidi tronche, oppure piastre rettangolari con su incisi delfini, tartarughe, mezzelune o anfore. Inizialmente costruite in terracotta o bronzo, le misure prefissate venivano conservate nella cappella Stefanoforea (forse dedicata a Teseo), sotto la sorveglianza di speciali giudici ad esse dedicate, chiamati metronomi. Ai loro ordini erano i prometri, funzionari giurati e retribuiti, addetti al trasporto dei campioni sull’agorà ed alla pesatura delle merci.

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Il sistema attico

Il sistema di pesatura venne introdotto in Attica (Atene), da Solone all’inizio del VI sec. a.C. Questi lo derivò dalle misure in uso nella regione dell’Eubea, divenendo così il primo governatore che lo mise in regola. Per questa ragione è anche noto come euoboico-attico.

Nel sistema attico primitivo, la dracma equivaleva a 6 grammi, la mina 432; il talento nella regione euboica valeva così 432 grammi mentre in Attica 599. Questo perché la misura proveniente dall’Attica e dall’Eubea si suppone fosse basata sui grani di orzo: dodici grandi di orzo corrispondevano ad un obolo. La misura di base era, appunto, il talento, che si divideva in 60 mine, ognuna delle quali era formata da 100 dracme. La dracma era divisa in 6 oboli. La dracma è stata calcolata dagli studiosi del peso equivalente a 4,36 grammi, considerato il punto di addensamento (ovvero l’intervallo di peso più diffuso tra i campioni a disposizione) e non il peso medio. Su questo valore è calcolato tutto il sistema di pesi recuperato dagli storici e dagli archeologi che mostrano variazioni considerevoli dai modelli considerati nella teoria che erano i seguenti:

UnitàNomeMisuraValore
Oboloὀβολός 0,72 g
Dracmaδραχμή6 ὀβολοί4,31 g
Minaμνᾶ100 δραχμές431 g
Talentoτάλαντον60 μναῖ25,86 kg

Solone adottò il sistema euboico per i pesi delle monete e il sistema eginetico — opportunamente modificato — solo ed esclusivamente per i pesi ordinari arrivando così a definire la dracma del peso di 6 grammi, la mina 606 a cui si aggiungeva un sottomultiplo, l’obolo, che valeva un sesto di dracma, ovvero un grammo. Uno speciale ordine di pesi serviva anche per pesare i prodotti di farmacia: il gramma, pari a due oboli, il thermos, due terzi di obolo, e il keration, un terzo di obolo (0,24 grammi).

Durante tutta l’epoca ellenica, prevalsero le misure fissate da Solone. Dall'inizio del III secolo a.C. migliaia di veterani macedoni e greci furono ricompensati con assegnazioni di terre in Egitto e coloni greci si stabilirono nei villaggi di tutta la regione. In seguito alla morte di Alessandro, l’impero venne diviso tra i suoi generali, e i primi governatori Tolomei continuarono a rispettare usanze e credenze degli antichi egizi, imponendo così misure di peso (e di moneta) diffuse al tempo in Egitto. Il talento venne così a valere 20,47 chilogrammi, la mina 341 grammi, la dracma 3,41, l’obolo 0,57 grammi.

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Il sistema eginetico

L’introduzione di questo sistema, articolato in maniera similare a quello attico ma con misure leggermente più grandi, venne introdotto da Fidone di Argo (città del Peloponneso ai confini con l’Attica) verso la metà del VII sec. a.C. Era fondato su un didrammo pari al valore di 12,32 g. Fidone resta comunque noto per essere stato uno dei primi a coniare vere e proprie monete che andarono a sostituire il vecchio sistema basato sugli spiedi e sulle manciate. Il sistema eginetico a lui tradizionalmente attribuito, è fondato su un didrammo pari a 12,32 grammi. L’articolazione resta analoga a quella del sistema euboico-attico con le seguenti differenze:

UnitàNomeSistema
eginetico
Sistema
euboico
Talentoτάλαντον37,8 kg25,86 kg
Minaμνᾶ630 g431 g
Dracmaδραχμή6,3 g4,31 g
Statereστατήρ12,6 g8,6 g
Oboloὀβολός1,05 g0,72 g

Il sistema corinzio

A partire dal VI sec. a.C. le colonie della Magna Grecia adottarono il sistema ponderale corinzio, con un peso dello statere (unità maggiore) leggermente più basso (7,80-80 grammi) e con gli stessi sottomultipli: le dracme, pari ad un terzo di statere, pesavano circa 2,60 grammi. Le denominazioni delle monete erano leggermente diverse, a parte l’uso delle dracme e degli oboli in uso fino al VI sec. a.C. si usavano termini quali statere, trioboli (pari a mezza dracma) e dioboli, un terzo di dracma. In seguito venne introdotta una misura aurea, con un peso medio di 2,86 grammi.

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Il sistema dei Tolomei

Il sistema soloniano si mantenne fino all'epoca di Alessandro. Esso fu riformato sotto i Tolomei per accordarlo col sistema egiziano; questo sistema si propagò anche in Attica attraverso il commercio

UnitàNomeValore
monetario
Valore
commerciale
Calcoκαλχοῦς0,07 kg 
Semioboloἡμιωβόλιον0,28 g 
Oboloὀβολός0,57 g1 g
Dracmaδραχμή3,41 g6 g
Minaμνᾶ341 g655 g
Talentoτάλαντον20,47 kg39,29 kg

Sistema attico antico (ante-Solone)


UnitàNomeValore
Talentoτάλαντον35,937 kg
Minaμνᾶ599 g
Dracmaδραχμή6 g